Profondo Rosso

Avventura del Fuoco

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    La situazione era decisamente peggio di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Lui ed il giudizio viaggiavano su due binari paralleli, su questo non c’erano dubbi, ma mai gli era capitato in vita sua di gettarsi in questo modo in braccio al pericolo. Forse perché non si era mai trovato davvero in una situazione così tanto pericolosa, forse perché come al solito aveva sopravvalutato se stesso e sottovalutato la situazione. Si era ritrovato letteralmente in mezzo alle fiamme vive e pure, la temperatura era molto più alta di quanto avesse mai sperimentato nella Sala dei Leodraghi, l’aria era irrespirabile e i vestiti che aveva addosso iniziarono a bruciare, partendo dalla caviglia per poi iniziare a consumarsi ancora di più.
    Bruciava, tutto. E faceva male. Ma era quasi sicuro del fatto che ci fosse qualcuno lì dentro, qualcuno in pericolo, che doveva salvare a tutti i costi. Prima però doveva pensare anche a se stesso, se non voleva rischiare molto più di quanto non stesse facendo il ragazzino che urlava in quella stanza.
    Cercò di recuperare la lucidità che gli serviva per agire, stringendo i denti per il dolore e poi le dita intorno alla bacchetta in legno di pino, che puntò senza esitazione contro la propria gamba in fiamme, lasciando all’adrenalina il compito di scatenare tutta la potenza di cui aveva bisogno.

    Aguamenti!

    Cercò di fare in fretta ma di non mancare di precisione, tuttavia sperava che il getto incontrollato di acqua che sarebbe dovuta uscire dalla sua bacchetta andasse a bagnare, oltre che la sua gamba, anche parte della stanza. Non era spegnere le fiamme della stanza il suo principale intento, perché contava sui suoi compagni e sperava che ce l’avrebbero fatta a fare questo per lui, aiutarlo mentre cercava di trovare quella persona che urlava. Perché c’era, c’era qualcuno tra le fiamme che chiama aiuto e lui doveva trovarlo, che fosse riuscito o meno il suo Incantesimo Genera-Acqua.
    La sua vista si faceva sempre più annebbiata, i suoi polmoni reclamavano ossigeno che però in quella stanza non c’era. Ogni secondo che passava si trovava più in pericolo e lo stesso l’altra persona che si trovava lì dentro. Cercava di guardarsi intorno lo stesso, tentando con la mano destra di coprirsi naso e bocca con il colletto della maglietta, per quanto potesse ormai fare poco era comunque meglio di niente. Fino a quando, guardando verso la finestra individuò delle dita aggrappate al davanzale. Cercò di muoversi in fretta per evitare di stare troppo tempo in un unico punto, spostandosi verso quel davanzale per affacciarsi, anche là dove l’aria era un po’ più respirabile, anche se continuare ad avere la finestra aperta significava rischiare di alimentare ancora di più l’incendio.
    Ma non poteva chiudere la finestra se c’era un ragazzino appeso al davanzale.

    Eeehy! Tieniti forte e non ti agitare, ci siamo noi!

    O almeno sperava di non essere solo in tutta quella faccenda. Se fosse riuscito a raggiungere la finestra, avrebbe cercato di portare entrambe le mani - stringendo ancora la bacchetta - sopra quelle del ragazzo per fargli capire che c’era lui, che non gli sarebbe successo nulla, piuttosto si sarebbe fatto male lui al posto suo. Ma sarebbe stato pronto ad afferrarlo qualsiasi cosa avesse fatto, non l’avrebbe lasciato cadere di sotto. Eppure non poteva nemmeno farlo tornare nella stanza, non finchè era ancora in fiamma. Per questo sperava che i suoi compagni facessero qualcosa, sperava che l’avrebbero aiutato ad uscire da quel caos, possibilmente intero…ma lui si sarebbe ripreso, gli importava del fatto che quel ragazzino, chiunque fosse, ne uscisse sano e salvo. Confidava nei suoi compagni, sapeva che ce l’avrebbero fatta. Si fidava di loro e sperava vivamente che non avrebbero tradito la sua fiducia. Ma sapeva che non l’avrebbero fatto.

    ➤ Pozione Termos Cura - Occhiopallato

    Saggezza: 20
    Capacità Magiche: 36
    Manualità: 11
    Riflessi: Agilità: 26 - Prontezza: 20
    Sensibilità: Intuito: 13 - Affinità: 18
    Carisma: 30
    Prestanza:21
    HP: 42
     
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    Al suo getto di aria fredda si unì quello di altri suoi compagni di Casa e la porta prima in fiamme si raffreddò a tal punto da ritornare alla normalità. Ma i guai erano tutt'altro che finiti. Perché nel dormitorio il fuoco divampava e il suo ruggito scuoteva l'animo del giovane Brody. Si era svegliato da poco, ma l'adrenalina aveva quasi completamente cancellato qualsiasi traccia di sonno residuo. Inoltre, se alcuni suoi compagni si erano creati una bolla d'aria purificata attorno alla testa per evitare l'effetto irritante del fumo, lui e altri ragazzi non potevano perché ancora non gli era stato insegnato come fare. Aveva udito la formula dell'incantesimo, ma dubitava fortemente di poter riuscire a replicarlo senza nessun tipo di esperienza e allenamento.
    Raphael si fiondò all'interno del bagno, segnalando che non c'era nessuno in pericolo al suo interno. Tornò fuori da quella stanza con le braccia piene di asciugamani grondanti che lasciò cadere al suolo, affinché anche altri potessero replicare il suo look. Con l'asciugamano messo così in realtà poteva sembrare colui che con un incantesimo ben piazzato era riuscito a creare tutto quel caos. Ma ci avrebbe ragionato dopo, quando tutti sarebbero stati messi in salvo. Prese quindi uno di quei teli e con la mano libera lo teneva davanti alla bocca, non aveva tempo di annodarselo dietro la testa.
    Tutti si stavano quindi radunando di fronte alla porta del dormitorio dei più piccoli, gridando a Bellamy per sapere se era ancora vivo e affermando di sentire anche altre voci provenire dall'interno, che in realtà Brody non aveva percepito, forse perché coperte dalle fiamme crepitanti e dal rumore del legno che si spezzava sotto la sua forza. Gli altri avevano iniziato ad agire anche in quella stanza, ma lo studente del Fuoco desistette perché era entrata a far parte della squadra di soccorso improvvisata la protagonista del suo sogno. Nonostante il fumo che gli riempiva le vie respiratorie e ne irritava le mucose, poteva quasi sentire l'odore delle sue labbra che quasi aveva sfiorato con le sue nel mondo onirico dell'immaginazione più sfrenata. La osservava, senza dire nulla, mentre i bagliori del fuoco ne evidenziavano i lineamenti perfetti di quel volto sovrumano, asceso al piano degli dei. La forza di un'invincibile guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglia la avvolgeva come un'aura. Il pericolo sembrava non esistere più in quell'attimo sospeso di pura estasi. Ma ci pensarono le grida dei compagni a riportarlo alla realtà. Si diede una scrollata e rinsaldò la presa sulla bacchetta. Questa volta l'obiettivo sarebbero state le potenti fiamme che imperversavano nella stanza.

    Glacius!

    Brody allontanò il fazzoletto dalla bocca per poter pronunciare in maniera chiara e scandita la formula magica. L'aria densa di fumo però si riversò pesantemente nelle vie aeree e dei colpi di tosse partirono mentre l'aria gelida sarebbe fluita fuori dalla punta della bacchetta. Cercò comunque di mantenere la mira e colpire le fiamme alla base.
    Saggezza: 11
    Capacità Magiche: 15
    Manualità: 13
    Riflessi: Agilità: 10 - Prontezza: 08
    Sensibilità: Intuito: 07 - Affinità: 08
    Carisma: 14
    Prestanza: 13
    HP: 50
     
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    L'aggravarsi di quella situazione era dovuto al poco lavoro di squadra che si era creato e ai fraintendimenti che vi erano, su chi intento a svolgere il proprio lavoro e cercava di trovare una soluzione e chi tentava di salire sul piedistallo di quella che non era una gara.
    Alle parole dell'altro Prefetto, Klaus non poté che girarsi di scatto, quasi come se non avesse ben compreso il senso delle sue parole, se quella inspiegabile ramanzina, avesse del vero oppure no.

    Prévert, fai il tuo lavoro invece di dare aria alla bocca. Sempre se ne sei capace.
    E non ho tempo da perdere con te, abbiamo altro da fare.


    Sentì i muscoli irrigidirsi e la voce uscirgli con una piccola dose di disprezzo. Si era ripromesso di cambiare, di cercare di mantenere la calma e tornare ad essere il Klaus di una volta. Ma bastava ancora troppo poco per fargli perdere il controllo.
    Dopo aver designato la studentessa a rivedere il proprio incarico e le proprie mansioni, cercò di riporre le sue attenzioni sull'ambiente che lo circondava e sulle diverse azioni dei suoi compagni di casata.
    Erano riusciti a decimare le fiamme che erano intente ad impadronirsi anche del bagno, constatando grazie all'aiuto di Raphael che lì dentro non vi era nessuno.
    Aveva lasciato perdere le asciugamani bagnate, facendo in modo che venissero usate da altri suoi compagni che ne avrebbero sicuramente avuto più bisogno, e non perchè Klaus era immune al fuoco, ma perchè aveva più esperienza anche in quel genere di situazioni. Non era la prima volta che ad Amestris si rischiava di morire, per un incidente casuale o per colpa di Poltergeist che si impadronivano di treni.
    La sua attenzione venne colta dalle parole di Brianna Scott, la quale aveva lasciato trapelare del timore, forse una piccola paura di non farcela. Ma il coraggio della studentessa aveva dimostrato quel fuoco ardeva dentro di lei e che niente e nessuno avrebbe mai fermato la caparbietà di una studente che vestiva quei colori.

    Possiamo farcela se lavoriamo insieme.

    Disse verso la ragazza, afferrandole d'istinto la mano e stringendola per qualche attimo.
    Volle solo infonderle del coraggio in più, perchè il suo obiettivo era assicurarsi innanzitutto che ogni membro della squadra desse il 100% in quella situazione.
    Iniziarono nuovamente i contrattacchi verso il loro stesso elemento portante, che quella mattina però, aveva deciso di distruggere il loro dormitorio.
    Anche Klaus si lanciò all'azione, decidendo questa volta di puntare le fiamme all'entrate della stanza.
    Doveva raggiungere a tutti i costi Bellamy per aiutarlo a salvare chi era in pericolo tra le fiamme.

    Aguamenti!

    Oltre al solito movimento per evocare quell'incantesimo, lasciò che la bacchetta potesse disegnare una linea diritta, tentando di crearsi una strada tra le fiamme per poter raggiungere il Prefetto.
    Stringendo ancora forte il suo catalizzatore, iniziò a correre per raggiungere la stanza, lanciandosi in quell'inferno che sperava di poter spegnere con le sue stesse energie.
     
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    Manon aveva mai riflettuto sul concetto di limite, forse perché, sino ad allora, non aveva mai preso in considerazione l'idea di doversene porre qualcuno. Appariva tutto lecito a quindici anni e la vita nient'altro che una sfida, un gioco di cui era divertente infrangere le regole, senza soffermarsi troppo sul peso delle conseguenze. Era paradossale come da un lato riuscisse ad incarnare qualsiasi cliché che si poteva associare ad una ragazzina, mentre dall'altro la percezione di se stessa collimasse con un'immagine totalmente diversa. Amava arrogarsi prerogative che non le spettavano ancora, senza essere disposta a rinunciare a nessuna delle concessioni che la giovane età le avrebbe garantito. Qualsiasi cosa ottenesse, Manon desiderava di più, fremeva dalla bramosia, ma non contemplava mai il sacrificio.
    Qualcosa stava cambiando. Di fronte alla consapevolezza che uno dei suoi più cari amici stesse rischiando la vita, di fronte alla visione della sua casa che bruciava inesorabilmente, scelse, per la prima volta, di arrendersi ad un limite evidente: non contava solo cosa provasse lei.
    Soffocò le urla in cui avrebbe voluto abbandonarsi, l'istinto di mandare al diavolo i suoi compagni che cercavano un pretesto per litigare e si sforzò di reprimere il pensiero che la tormentava più di tutti. Non era un confronto con il fuoco ciò che temeva, ma la stava vincendo la consapevolezza che la sua voce non fosse più potente delle altre. In un'occasione simile avrebbe voluto essere una guida, un punto di riferimento per i compagni, invece non era che uno dei tanti cori che si disperdevano nel trambusto generale. Fu quando si rese conto dell'enorme difficoltà con cui aveva accantonato quell'idea, affinché non risultasse preponderante in quel momento, che Manon realizzò d'essere profondamente egoista.
    E come la soluzione improvvisa ad un problema indecifrabile, il nome di Bellamy s'illuminò nella sua testa, rendendo chiara l'unica cosa che avrebbe dovuto fare a quel punto. Avevano domato l'incendio minore, ma non era ancora finita. Mentre qualcuno si premurava di reperire degli asciugamani umidi dal bagno, così da limitare per quanto possibile gli effetti del fumo, Manon si precipitò di fronte alla stanza che era stata divorata dalle fiamme. Bellamy si trovava là dentro e, per quanto fosse limitata l'immagine che riusciva a scorgere, era evidente che da solo non ce l'avrebbe fatta. Gli altri ragazzi avevano cominciato a spegnere il fuoco all'entrata, ma non c'era abbastanza tempo, così la francese non ci pensò due volte.
    Un attimo dopo era circondata dall'inferno, ma , per quanto tragico potesse apparire quello scenario, non fu in grado di suscitarle lo stesso orrore che la pervase non appena individuò la figura di Bellamy. Lo stava osservando bruciare, vedeva il fuoco che si appropriava dei vestiti e che, di lì a poco, avrebbe cominciato a consumare la carne. Per la prima volta in vita sua, ebbe paura. Gli stessi esseri umani, che aveva sempre reputato invincibili, ora le apparivano così fragili, come un castello di carte.
    Quando si accorse della presenza di Klaus, un sollievo inaspettato la destò dalla parali e solo allora si rese conto che le sue guance erano rigate dalle lacrime. Scosse la testa, come per scacciare il momento di debolezza e si preparò ad agire. L'irlandese era riuscito nel suo intento, aveva trovato una persona che era rimasta intrappolata nella stanza e, per far in modo che dovesse preoccuparsi unicamente del salvataggio, Manon pensò a proteggergli le spalle.

    Sono qui, Bellamy. Sono qui per te.

    Sapeva cosa doveva fare, sapere per chi lo stesse facendo e, per una volta, non si trattava di se stessa.
    Tracciò una croce con la punta della bacchetta, fendendo l'aria dapprima con un segmento verticale, dall'alto in basso, poi con quello orizzontale, da sinistra verso destra, mentre pronunciava la prima parte della formula.

    Glacius

    Immediatamente, disegnò nell'aria le due rette incidenti che avrebbero intersecato la croce nel centro. Lo aveva già fatto, poteva riuscirci. Doveva riuscirci. Immaginò che le fiamme si dissolvessero, che riconoscessero il suo comando.

    Maxima!

    Voleva proteggere Bellamy, quello contava più di qualsiasi altra cosa adesso.

    Saggezza:10
    Capacità Magiche:20
    Manualità:10
    Riflessi:Agilità: 15 - Prontezza: 15
    Sensibilità:Intuito: 7 - Affinità: 04
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    Bellamy stava combattendo contro un ambiente ostico e un abbigliamento poco collaborativo. Le fiamme ardenti lo lambivano, lasciando segni sulla sua pelle nuda [-5 HP], mentre l'aria arida e pesante gli riempiva i polmoni ci fuliggine. Le braccia iniziavano a bruciare e non sarebbe passato molto prima che eritemi e arrossamenti si sarebbero presentate lì dove il fuoco lo aveva toccato [ustione di primo grado per entrambe le braccia e gamba sinistra]. Fortunatamente il ragazzo realizzò velocemente che non poteva starsene lì senza protezioni. Tentò così di coprirsi bocca e naso e di aprirsi un varco in quell'inferno. Il suo incantesimo acquatico gli inondò dapprima la gamba sinistra, smorzando ogni principio di fiamma prima che degenerasse, e poi andò a domare le fiamme che lo avvolgevano [CM 36 contro 100 = 64].

    Dall'altro lato delle lingue di fuoco invece, i sette accorsi in aiuto sembrarono realizzare come agire singolarmente li stesse portando allo sbando, perdendo tempo prezioso. Misero da parte imprudenza, ego, e senso di invincibilità, per dare finalmente adito alla forza principale del Fuoco: il lavoro di squadra. Molti limiti iniziali vennero così facilmente superati. Ad esempio, la scelta di distribuire teli bagnati ai compagni si rivelò utile a filtrare -anche solo leggermente- l'aria satura di fumo e proteggersi da una possibile intossicazione.
    Con la propria sicurezza al primo posto, ora potevano concentrarsi a pieno nel salvare chiunque fosse rimasto intrappolato nell'incendio, Bellamy compreso. Magie per domare il fuoco vennero scagliate contro il muro ardente che bloccava la soglia della stanza. La potenza dell'attacco combinato assiderò le fiamme. Gli incantesimi lanciati, alcuni più forti di altri in base alle abilità del giovane mago o strega, si rafforzarono a vicenda, generando una esplosione anti-incendio. Acqua e gelo liberarono la soglia della stanza, estinguendo le fiamme che ne impedivano l'accesso. Ma non solo. La potenza fu tale da varcare l'ingresso e domare anche le fiamme nella camera [totale CM 119 contro 54 della soglia =65 CM in avanzo; 65>64 = fuoco estinto].
    La bomba magica infatti varcò l'uscio e con un esplosione di gelo ed acqua propagò i suoi effetti anche sulla cameretta, nella quale imperversò una tempesta di fumi e vapori accompagnati da rassicuranti sibili. Un sottile strato di nebbia si innalzò oscurando la vista, mentre le temperature tornavano lentamente ad essere più vivibili.

    Fu sorprendente la facilità con la quale il Fuoco estinse il fuoco, tale da chiedersi perché non l'avessero fatto prima.

    Non appena l'aria, satura di fumo misto a vapore si sarebbe diradata, la stanza si sarebbe presentata come un disastro di cenere, fuliggine e oggetti carbonizzati, entrando in forte contrasto con il pavimento umido e scivoloso. A parte lo scenario di profonda distruzione che li circondava, erano ora al sicuro.

    Scattante, Bellamy corse ad afferrare il ragazzino fuori dalla finestra, afferrandogli saldamente le mani.

    Bellamy!

    Nel vedere il suo prefetto accorrere in suo aiuto, Charlie si illuminò di speranza.

    Va tutto a fuoco!

    Enunciò lui con la solita perspicacia del fuoco.

    Aiutami ti prego!

    Guardò giù, dove qualche metro più in basso il verde prato pareva pronto ad inghiottirlo. In quel momento non sapeva se avere più paura del fuoco o dalla gravità terrestre. Sapeva solo che voleva essere salvato, perché nessuna delle due alternative si presentava particolarmente rosea.
    Con l'aiuto di qualcuno dei suoi compagni, Bellamy sarebbe riuscito a tirar su il primino e metterlo in sicurezza con i piedi per terra

    Fuori dal castello, due ragazzine della tempesta particolarmente mattutine stavano attraversando il giardino chiacchierando amichevolmente, almeno fin quando non iniziavano ad accorgersi dell'anomalia di ciò che stava accadendo al primo piano. Fumo nero uscire dalla finestra, un ragazzino in pigiama appeso fuori dalla finestra, cosa stava succedendo a quel piano? Era il caso di chiamare qualcuno?
    Iniziarono a confabulare concitatamente.
    Avvicinandosi alla finestra qualcuno [Intuito ≥ 8] avrebbe potuto immagine la diatriba in corso.

    Ai Fuoco ora toccava qualcosa di molto più difficile che spegnere un incendio. Dovevano prendere in mano la situazione.
    L'elefante in quella stanza era enorme: cosa diavolo era appena successo?

    Gli sguardi si sarebbero probabilmente posati su Charlie, interrogativi o severi, di sicuro lui doveva sapere qualcosa sulla causa di quel disastro.


    Profondo Rosso attenua la sua mortalità.
    Ma non credete di essere scampati al pericolo!

    Situazione Attuale
    Il Fuoco è stato estinto, tutto e dappertutto.
    CM totali impiegate 155, che coprono interamente sia i requisiti per spegnere le fiamme sulla soglia 54, che per quelle nella stanza 100.
    Ergo, l'accesso alla camera da letto dei TOPO è ora libero ed ovviamente autoconclusivo.
    Chiunque può affermare di entrare e aiutare Bellamy a sollevare Charlie (servono due persone per tirarlo su). Il ragazzino sta bene, ma sarebbe comunque il caso di accertarsi delle sue condizioni.

    Sembra tutto bene quel che finisce bene... e invece no.
    Superato un pericolo se ne presenta un altro. Spoiler: siete tutti nei guai

    Tra l'intera Casa del Fuoco raggruppata in Sala Comune, le ragazze della Tempesta che vedono stranezze, qualcuno potrebbe ben pensare di spifferare qualcosa agli adulti.
    In tutto ciò, la cosa che premerebbe di più sarebbe capire cosa avesse scatenato il fuoco.

    Lanciata la pietra, ritiro la mano.
    Avete completa libertà di azione. Discutete sul da farsi, mettevi d'accordo o azzannatevi.
    Seguite la coerenza del vostro Pg e divertitevi.


    Stato dei Pg, in ordine alfabetico:
    Bellamy: 42-5= 37 HP
    Berry: 48 HP
    Brianna: 50 HP
    Brody: 48 HP
    Cody: 48 HP
    Klaus: 50 HP
    Manon: 50 HP
    Raphael: 48 HP


    Azioni On Game e Prerequisiti
    L'andamento della situazione è letteralmente nelle vostre mani. La libertà di azione è massima (purché rispetti coerenza e verosimiglianza delle tempistiche).

    Seppur non ce ne sia realmente bisogno, siamo pur sempre in una quest, quindi resta valida la regola valida fino ad ora. Avete a disposizione 2 incantesimo ciascuno: 1 sulla propria persona, e 1 su un bersaglio esterno.

    Gli incantesimi su sé stessi sono autoconclusivi, quelli sugli altri o l'ambiente circostante necessiteranno di destinizzazione (si attende la fine del turno e la mia risposta).
    Fate riferimento al Manuale degli Incantesimi Studenti per sapere quali sono le magie a vostra disposizione, secondo l'anno scolastico. Ovviamente chi possiede conoscenza avanzate in Scheda può trarne beneficio.

    Evitate Metagame e Powerplaying.

    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data fin'ora incorrerà nell'assegnazione di malus.



    Scadenza di questo turno: Venerdì 3 Marzo
    Il turno si accorcia perché praticamente non vi è richiesto di fare nulla se non portare Charlie al sicuro, e perché da qui in poi le cose evolvono velocemente. In questo turno ci saranno destinizzazioni intermedia in cui interpreterò Charlie e gli farò rispondere alle vostre domande.
    La prima di questa destinizzazioni avverranno dopo che verrà tirato su, ergo dopo i primi due post di chiunque di voi.

    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A, per favorire trasparenza e condivisione.

    Detto ciò
    Enjoy! 🔥🔥🔥😈
     
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    La pelle gli bruciava, soprattutto quella delle braccia e della gamba sinistra, ma l’adrenalina gli permetteva di non farci troppo caso ancora e lo spingeva a muoversi e ad agire, impedendogli invece di immobilizzarsi a causa del dolore. Sapeva come funzionavano quelle cose, avrebbe iniziato a sentire quello che non sentiva ora non appena si sarebbe fermato, ma non gli importava perché aveva un obiettivo chiaro e non sarebbe uscito da quella stanza prima di averlo raggiunto.
    Era perlomeno riuscito a spegnersi il fuoco addosso e sentiva alle sue spalle lo sfrigolio delle fiamme che si spegnevano, grazie all’aiuto dei suoi compagni che erano prontamente intervenuti per placare il fuoco fino a spegnerlo del tutto. Riusciva anche a sentire le parole di coloro che parlavano, alcune in particolare raggiunsero le sue orecchie, ma in quel preciso istante non poteva reagire come avrebbe voluto, troppo occupato a tenere le mani di quel ragazzo, perché l’ultima cosa che voleva era farlo cadere di sotto.

    Charlie! Charlie calmo, ti tiriamo su.
    Ragazzi, aiutatemi.


    Si rivolse allora a chiunque ci fosse alle sue spalle, perché da solo non ce l’avrebbe fatta a far tornare il ragazzino nella stanza. In ogni caso, cercò di allungarsi il più possibile per afferrare le braccia del ragazzo nel modo più comodo possibile per entrambi, per tentare di tirarlo su e farlo tornare nella stanza ma senza fargli del male. Ovviamente avrebbe atteso l’aiuto di qualcuno per farlo, altrimenti rischiava soltanto di precipitare giù con Charlie.

    Una volta ricevuto l’aiuto di cui aveva bisogno, avrebbe aiutato Charlie a raggiungere il corridoio. Non potevano stare nella stanza rasa al suolo dalle fiamme, tra la cenere dei mobili carbonizzati e il fumo che non era ancora uscito dalla finestra. Il corridoio era più sicuro per tutti quanti, per questo disse a tutti ad uscire dalla stanza.
    Il suo cuore andava ancora più veloce del normale, così come il suo respiro. Doveva calmarsi se voleva cercare di trasmettere la stessa calma a tutti gli altri presenti, era un Prefetto, un punto di riferimento per tutti, era fondamentale che rimanesse il più calmo possibile.

    Io…io ho una pozione in tasca se ti serve, Charlie. Come stai?

    Chiese al ragazzo, lasciandolo nel corridoio in piedi o seduto a seconda delle sue condizioni. Si allontanò di qualche passo, per poggiarsi con la schiena ad una parete del corridoio. Iniziò ad inspirare ed espirare profondamente, mentre dei brividi di freddo iniziavano a scuoterlo leggermente. Sapeva quali erano gli effetti di un’ustione, non era la prima volta che si bruciava, ma era la prima volta che si ustionava così tanto. Il suo corpo doveva far tornare la temperatura al solito livello, per questo aveva i brividi, succedeva come con la febbre.
    Vagò con lo sguardo tra i volti dei compagni, soffermandosi poco di più su quello di Manon. Aveva sentito le sue parole in mezzo al caos, parole che l’avevano colpito e che non si aspettava, ma per le quali avrebbe sicuramente dovuto ringraziarla. L’avrebbe sicuramente fatto il prima possibile. Lasciò gli altri a fare le domande del caso al ragazzino, a lui importava che stesse bene e nel frattempo doveva pensare a stare bene anche lui. Probabilmente era a lui che serviva la pozione, ma prima doveva assicurarsi che Charlie e tutti gli altri stessero bene.

    ➤ Pozione Termos Cura - Occhiopallato

    Saggezza: 20
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    C'erano riusciti i fuocherelli, con un lavoro di squadra eccezionale e altre qualità che nessuno avrebbe mai detto guardandoli pochi minuti prima, stropicciati, in pantofole e con la bava alla bocca. Com'era possibile? Forse perché dentro di loro scorreva qualcosa di talmente energico che un tempestino o un ghiacciolino avrebbero potuto eguagliare solo con una dose minima di 56 caffé espresso babbani. Oppure perché quella situazione poteva essere vista come una sfida, piuttosto che una missione di salvataggio dei propri oggetti, della propria dimora, dei compagni in balia di fiamme e del loro stesso elemento, potente, producente e decisamente incontrollato.
    Era possibile fermarsi a sentire i propri pensieri? Solo per qualche secondo, quello che bastava ad uno studente medio del Fuoco per muovere il braccio, la bacchetta e darci dentro: controllo, disciplina, espressione, energia e destreggiarsi in qualcosa che non sempre erano abituati a fare, incantesimi di ghiaccio e d'acqua. Un buon allenamento, a dirla tutta. Si poteva trarre beneficio dal proprio opposto?

    Berry Levinson si precipitò nella stanza dopo che erano riusciti ad estinguere quella cortina di zampillanti fiamme, catapultandosi a destra e a manca, come se fosse servito in qualche modo per individuare altri superstiti a quell'oblio di calore. Ma non ce n'erano, per fortuna, e per delusione sua di quell'ormai ruolo appena adottato e che sembrava fornirgli un nuovo interesse. Perché no, infatti? Poteva benissimo affermare di saper qualcosa di più sul fuoco rispetto ad altri colleghi di altre case. E chi, se non lui e i suoi compagni, potevano fermarlo quando inevitabilmente ingigantito e fuori controllo?
    Tornò con la testa alla realtà, con le pantofole zuppe e i gli indumenti refrigerati e bagnati per i ripetuti incantesimi che aveva scemato quel caos scarlatto. Così, al richiamo di Bellamy si catapultò per aiutarlo a trattenere il malcapitato del T.O.P.O. che sicuramente si sarebbe ricordato quel mattino per tutta la vita.

    Ti aiutiamo noi, Charlie.

    E così fece, prendendolo saldamente dalle braccia e da quello che probabilmente era un pigiama, lavorando in squadra con il Prefetto.
    Ma i giochi non era di certo finiti: come poteva un incendio di quella portata e un marmocchio in preda a istinti suicidi non destare sospetti? Fu inevitabile guardare fuori, dopo aver riassestato il piccolo mago, e notare chiacchiericci e occhiatine indiscrete verso la loro direzione. E chi, meglio di Berry, per giustificare cose decisamente fuori controllo?

    E' stato uno scherzo! Sta bene, gli avevano buttato i calzini fuori!

    Così gridò quella spiegazione con la speranza che potesse placare supposizioni da parte di quelle studentesse fuori, simulando una scenetta col labiale verso dentro a mò di rimprovero, così teatralmente che i suoi compagni di Fuoco avrebbero potuto defenestrarlo, sul modello di Charlie.
    In poco tempo accompagnò lo sventurato nel corridoio con Bellamy, dandogli una ripulita come una mamma chioccia, tanto per far scena un po' impacciato. Cercò poi di intravedere se Charlie riportasse ustioni, ferite e via dicendo, se solo si fosse conciato come lo sprovveduto biondino che lo aveva soccorso per primo.

    Non so voi... Ma io sto per vomitare dalla fame.

    Come facesse a sentire fame dopo una scena apocalittica del genere? Semplicemente perché tutto ciò che funzionava in Berry avveniva al contrario e con strambi meccanismi. Saltare la sua colazione e la sua routine mattutina lo aveva non solo fatto piegare per i crampi allo stomaco ma anche indisposto.

    Avete lanciato incantesimi?! Perché se la vostra intenzione era fare un bel pastrocchio, ci siete riusciti.

    Rimproverò Charlie parlando al plurale supponendo che non potesse centrarci solo lui in quella situazione. Sebbene non fosse abituato ad alzare i toni, un Berry Levinson a stomaco vuoto poteva benissimo essere accostato ad un Verde Gallese interrotto sul più bello nella stagione degli amori.
    Non ho fatto incantesimi, ho risposto alle studentesse fuori, tentato di controllare se Charlie riportasse lesioni e rimproverato facendogli una domanda.
    Saggezza:16
    Capacità Magiche:18
    Manualità:17
    Riflessi:Agilità: 10 - Prontezza: 13
    Sensibilità:Intuito: 09 - Affinità: 08
    Carisma:15
    Prestanza:13
    HP:48
     
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    Charlie era minuto, snello e quindi abbastanza leggero da tirare su. I piedi nudi scalpicciarono sul pavimento bagnato, mentre accompagnato dai compagni di casa più grandi usciva dalla sua stanza completamente rasa al suolo. Con sguardo sconcertato osservò il suo letto, non riconoscendolo nemmeno. Non c'era nulla che gli ricordasse la morbidezza delle coperte di qualche minuto prima. Ora era solo un ammasso di legno carbonizzato.

    Portato nel corridoio, Charlie si strinse nelle spalle, come se avesse freddo. Effettivamente stava tremando. Ma era più un misto di agitazione, frastornamento e paura. Era scosso. Tant'è che non rispose subito alle domande che gli furono poste, la sua mente era scollegata. Come se gli stessero parlando da un apparecchio elettronico e la ricezione fosse pessima, ritardando la comunicazione. Si guardò intorno spaesato e confuso.
    Poi, quando fu in grado di elaborare le parole che gli stavano rivolgendo, scosse la testa con piccoli scatti.

    No... no. Sto bene.

    La sua figura bassina, tipica di un bambino ancora fin troppo innocente, contrastava male tra tutti quei ragazzi GUFO e MAGO. Il piccolo iniziò a sentirsi in soggezione, mentre lentamente realizzava cosa stesse succedendo.

    Incantesimi?

    Lo sguardo si posò su Berry e vi rimase per molto, come se non capisse a cosa si stesse riferendo.

    No... io...
    Io non ho fatto nulla. Stavo dormendo...

    La voce si affievolì e lo sguardo si abbassò. Qualcuno avrebbe potuto dire che stesse mentendo, c'era incertezza nella sua voce. Eppure chi aveva davvero la capacità di leggere gli altri [Affinità ≥ 8] avrebbe potuto dire con certezza che stesse dicendo la verità. Tutti gli altri si sarebbero semplicemente stizziti dal suo tentativo di celare la realtà dei fatti. La sua espressione dubbiosa non voleva dire che stesse mentendo, quanto che sapesse qualcosa che non voleva dire, o che più semplicemente non sapeva come spiegare. Era poco più di un bambino, non era i grado di capire ed elaborare gran parte di ciò che stesse accadendo in torno a lui. Probabilmente aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a confidarsi [per convincere Charlie a parlare serve persuasione: Carisma ≥15; o talento jr Social Climbing].

    Dove sono i miei compagni di stanza!? Stanno bene?

    La sua espressione cambiò, era preoccupata e ansiosa. Forse troppo. Era stato l'unico a rimanere intrappolato tra le fiamme, ergo gli altri dovevano essere riusciti a fuggire. Perché allora preoccuparsi di loro con tanto trasporto? Era qualcosa che andava oltre il semplice senso di amicizia e lealtà tipico del Fuoco, c'era qualcosa sotto. Ma solo qualcuno abbastanza sveglio e attento avrebbe potuto capirlo [necessarie capacità deduttive: Saggezza ≥14].
    Il mistero era fitto e non solo a causa dei vapori generati dall'estinzione delle fiamme.

    Intanto, fuori dal castello, le ragazze della Tempesta avevano reagirono alla sua scusa di Berry con un risolino imbarazzato e una serie di mosse giulive, quali saluti e battiti di ciglia.

    È carino.
    Sì, vero!


    La balla nonsense di Levinson passò in secondo piano, completamente oscurata dal suo bel faccino. Era una fortuna che i Tempesta fossero facilmente distraibili, ma non lo era che fossero particolarmente chiacchieroni. La probabilità che le due ragazze parlassero di quell'accaduto (e del bel ragazzo alla finestra) alle loro amiche era alto. Il pettegolezzo era dietro l'angolo. Berry poteva immaginarlo, ma non c'era nulla che potessero fare al riguardo.

    Nel frattempo, ora che lo strepitio e l'ardere del fuoco non riempiva più quelle stanze, i dormitori vennero presto inondati dal forte chiacchiericcio proveniente dalla Sala Comune. L'intera Casa era lì riunita, e non ci voleva certo Lennox per prevedere che un mucchio di teste calde spaventate e ammassate in una sola stanza non presagiva nulla di buono.
    Qualcuno sarebbe dovuto andare a tranquillizzare i compagni e rassicurarli sulla situazione. Serviva un portavoce, che avrebbe dovuto prendere in mano la situazione e gestire la crisi. Qualcuno di fidato e rispettato [necessari Popolarità ≥ 7 e Reputazione accademica ≥ 6], che avrebbe potuto far breccia nelle teste ottuse di chi crede di saper tutto ed essere migliore di tutti (alias gli studenti del Fuoco). Nel fare il proprio discorso di fronte all'intera casata riunita, il portavoce avrebbe dovuto dare indicazioni chiare sul da farsi. Sopratutto avrebbe dovuto prendere una posizione precisa sull'accaduto. Era quindi il caso di discuterne. Era meglio insabbiare tutto per evitare di perdere punti, oppure vuotare il sacco e rischiarla grossa?
    Il dibattito era aperto.
    Ovviamente prima di prendere qualsiasi decisione era necessario capire cosa fosse realmente successo.


    Profondo Rosso diventa un giallo!
    (l'avete capita?)
    Ad ogni modo...

    Situazione Attuale
    Come detto avete completa libertà di azione.
    Ma cosa c'è da fare?
    1. Bisogna cavare la verità da Charlie. Chi può (rispettando i parametri dati) si mobiliti per farlo.
    2. Bisogna decidere cosa dire alla Casa. La decisione deve essere collettiva o per lo meno a maggioranza (ma non è detto, se qualcuno instaura una dittatura autoritaria per me va bene uguale). Insomma basta che ne discutete On Game, seguendo coerentemente le posizione del vostro PG, e che alla fine prendiate una decisione. Non c'è una soluzione giusta o una sbagliata, entrambe potrebbero avere conseguenze.
    3. qualcuno si prenda cura di quel disgraziato di Bellamy!


    Stato dei Pg, in ordine alfabetico:
    Bellamy: 37 HP
    Berry: 48 HP
    Brianna: 50 HP
    Brody: 48 HP
    Cody: 48 HP
    Klaus: 50 HP
    Manon: 50 HP
    Raphael: 48 HP


    Azioni On Game e Prerequisiti
    L'andamento della situazione è letteralmente nelle vostre mani. La libertà di azione è massima (purché rispetti coerenza e verosimiglianza delle tempistiche).

    Seppur non ce ne sia realmente bisogno, siamo pur sempre in una quest, quindi resta valida la regola valida fino ad ora. Avete a disposizione 2 incantesimo ciascuno: 1 sulla propria persona, e 1 su un bersaglio esterno.

    Gli incantesimi su sé stessi sono autoconclusivi, quelli sugli altri o l'ambiente circostante necessiteranno di destinizzazione (si attende la fine del turno e la mia risposta).
    Fate riferimento al Manuale degli Incantesimi Studenti per sapere quali sono le magie a vostra disposizione, secondo l'anno scolastico. Ovviamente chi possiede conoscenza avanzate in Scheda può trarne beneficio.

    Evitate Metagame e Powerplaying.

    L'infrazione di una qualsiasi indicazione data fin'ora incorrerà nell'assegnazione di malus.



    Scadenza di questo turno: Martedì 7 Marzo
    Entro martedì bisogna quindi raccogliere informazioni sull'incidente e decidere che posizione prendere. NON bisogna fare il discorso alla casata, ma solo prendere una decisione.
    In questo turno ci saranno destinizzazioni intermedie in cui interpreterò Charlie e gli farò rispondere alle vostre domande.
    Le destinizzazioni avverranno tutte le mattine, purché ci siano interazioni a cui rispondere.

    Se avete dubbio, domande, questioni, potete porle nell'apposito topic di Q&A, per favorire trasparenza e condivisione.

    Detto ciò
    Enjoy! 🔥🔥🔥😈
     
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  9. Brianna Scott
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    Accadde tutto così velocemente che Brianna impiegò qualche attimo per capire cosa fare non appena notò le fiamme estinguersi. Tra la confusione, il chiacchiericcio e il ragazzino appeso fuori dalla finestra, le parve di trovarsi in uno strano e terribilmente vivido sogno. Peccato si sentisse abbastanza male da sapere di essere sveglia e nel pieno delle forze.
    Quando Klaus cercò la sua mano per darle forza, il primo istinto della rossa fu quello di sottrarre le dita alla sua presa: non era per il ragazzo, lui intendeva solo fare un gesto carino, era lei il problema. Lei, che non era avvezza al contatto fisico, che aveva paura del fuoco più di qualsiasi altra cosa, e che per un attimo pensò non fosse il caso di stringere la mano di un altro ragazzo. Ma fortunatamente tornò in sé abbastanza in fretta da restare ferma dove si trovava, lasciando che lo sguardo cercasse quello del compagno più grande e che il capo si muovesse in una lieve conferma.
    Potevano farcela.
    Con la coda dell'occhio notò Berry e Cody raggiungerli e dare man forte per placare le fiamme e a quel punto Brianna seppe davvero che ci sarebbero riusciti. Nel sentire il primo che concordava con lei, il corpo della ragazza si irrigidì: c'era qualcuno nella stanza in fiamme e Bellamy di certo avrebbe fatto tutto il possibile per tentare di aiutarlo.
    Quando sentì scoppiare il gelo all'interno della camera, Brianna si coprì il volto a causa del fumo e si rilassò non appena percepì la temperatura abbassarsi notevolmente. Sventolando la mano davanti a sé e attendendo che il fumo si diradasse concedendole una miglior visuale, la ragazza seguì i compagni ed entrò nella stanza. Tutto intorno a lei testimoniava quanto fosse appena accaduto: gli oggetti inceneriti, la fuliggine, l'odore acre lasciato dalle fiamme. Per poco non scivolò a causa del pavimento bagnato, ma quel che attirò la sua attenzione senza che potesse fare nulla per evitarlo fu Bellamy. Lui e Berry erano riusciti a trarre in salvo il ragazzino, ma le braccia del Prefetto erano in condizioni disastrose.
    Brianna si ritrovò a trattenere il respiro e a mordersi l'interno guancia senza dire una parola, distogliendo a fatica lo sguardo da lui.
    Quando gli altri tornarono in corridoio con il ragazzino, fu naturale notare come tutti gli domandassero come stesse o cosa fosse accaduto. Lei, d'altro canto, si trattenne per qualche attimo nella stanza, come alla ricerca di qualcosa, della causa scatenante dell'incendio. Era ovvio che quanto accaduto fosse l'esito di una qualche magia, altrimenti il fuoco non si sarebbe diffuso con così tanta velocità e senza che nessuno se ne accorgesse.
    Con lo sguardo a sondare la stanza, Brianna afferrò qualche oggetto ormai distrutto dalle fiamme, prima di tornare in corridoio e porre la propria attenzione sul ragazzino, intento a rispondere alle domande che gli venivano poste.
    Per quanto non fosse dotata di gran pazienza, la rossa credeva davvero che Charlie non stesse mentendo e quasi si sentì in pena per lui nel vederlo così confuso e preoccupato.
    A quel punto si inginocchiò al suo fianco e tentò di parlargli con tono pacato e, sperò, velato di dolcezza mista ad apprensione.

    Non sei stato tu, d'accordo. Ti crediamo, Charlie, sul serio.

    Se fosse stato lui avrebbe di certo scelto un modo migliore di sfuggire alle fiamme, qualcosa che non comprendesse suicidarsi lanciandosi dalla finestra. Erano solo al primo piano del castello e forse quella sarebbe stata una fine migliore rispetto all'essere consumato dal fuoco. A quel pensiero un lieve brivido percorse il corpo della ragazza, che tuttavia tentò di non darlo a vedere.

    Magari potresti aver visto qualcosa quando ti sei svegliato.

    Il ragazzino doveva essere sconvolto e terrorizzato, riempirlo di domande forse non sarebbe servito, urlare neppure, per questo motivo l'espressione sul volto della rossa si sforzava di sembrare serena, ma non poteva fare a meno di notare quanto l'altro sembrasse poco convinto nel dar voce a quelle parole.

    Non ti accadrà nulla, non devi aver paura. Vogliamo solo sapere cos'è successo per evitare che... si ripeta.

    Quando poi Charlie iniziò a dare di matto per i compagni, la facciata di Brianna per un momento sembrò cedere.

    Saggezza:12
    Capacità Magiche:23
    Manualità:10
    Riflessi:Agilità: 08 - Prontezza: 20
    Sensibilità:Intuito: 8 - Affinità: 8
    Carisma:15
    Prestanza:14

    HP:50
    Popolarità: 9,5
    Reputazione: 05
     
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    Adrenalina, ormone e neurotrasmettitore, fonte della forza di spirito e della intraprendenza che aveva guidato i gesti del giovane Raphael. Ma come nelle favole, le cose belle prima o poi finiscono e la mancanza della forza venne colmata dalla timidezza più profonda e viscerale del giovane. Fortunatamente la finta kefiah sarebbe ancora indossata, così da non permettere agli altri di vedere l'espressione di disagio sul suo giovane viso.

    A quanto pare nella stanza, dove il prefetto avrebbe deciso di immolarsi come Giovanna D'Arco, vi era una ragazzino. Ora, essendo appeso alla finestra forse dire che era nella stanza è errato ma poco importa. Con l'aiuto degli studenti più grandi il giovane Charlie sarebbe stato tratto in salvo per poi, calmandolo, interrogato.
    Raphael sarebbe fuori la stanza, così non capirebbe ogni singola parola, soprattutto da parte del piccoletto, il quale, per paura o motivi non ancora chiari, andrebbe a parlare a voce molto bassa.
    I minuti sarebbero passati lenti, parendo infiniti, dall'inizio di quella faccenda, ma la stanchezza decise diversamente. Le gambe tremavano e a stento reggevano il peso dello scozzese, il quale, portandosi alla parete opposta alla porta arsa, andrebbe a sedersi sul pavimento poggiando la schiena nuda alla fredda pietra, rannicchiando le gambe al petto e tenendo la testa alta per prendere aria. Non gli importava al momento di nulla, anche perché nulla poteva fare: non può calmare la platea in sala comune non avendo un carattere forte ed autoritario, non può interrogare il piccolo Charlie, oltre al fatto che vi erano già tre persone a farlo, e non poteva prendersi cura dei suoi compagni, impegnato com'era a prendersi cura di sé. Ecco che, ancora una volta, il giovane Fuoco faceva la figura del solitario, inutile, ansioso Raphael. E così che fama e amici, tanto bramati nei suoi desideri, sfumavano anche quest'anno, o forse due, non avendo nemmeno aiutato a spegnere il fuoco ma avendo castato un incantesimo per raffreddare una fiamma che tutti gli altri avevano estinto. Un fuoco perfetto lui...e poi dicono che il cappello è un artefatto potente che non può sbagliare.
     
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    Charlie continuava a stringersi nelle spalle, come a volersi proteggere da chissà cosa. Nel frattempo il suo piccolo corpo continuava a essere scosso da brividi e tremori. Gli occhi vacui si posarono sulla squadra di salvataggio che l'aveva soccorso da quel gran guaio. In particolare gli occhi si posarono sul suo Prefetto Bellamy, che giaceva contro il muro del corridoio. Non sembrava stesse bene. Iniziò a sentirsi in colpa per quanto accaduto.

    In tutto ciò, sembrava ancora avere le attenzioni della maggior parte del gruppo. Nello specifico, una ragazza gli si avvicinò e dopo essersi chinata alla sua stessa altezza iniziò a fargli qualche altra domanda.
    Charlie la guardò. Sembrava gentile. Non dava segni di arrabbiatura nei suoi confronti, il che gli dava un pizzico in più di sicurezza. Era fin troppo spaventato per avere a che fare con persone arrabbiate con lui senza motivo. Con un lieve sospiro si convinse ad aprirsi, solo un pochino. Giusto per alleggerirsi l'animo.

    Sì, io...

    Gli occhi erano bassi, forse a nascondere qualcosa o forse intenti a ricordare i primi momenti di quella giornata. Non era facile far riemergere i primi pensieri del dormiveglia. Di una cosa Charlie era sicuro, seppur fosse solo primo mattino, poteva già dire che quello fosse il giorno più brutto della tua vita.

    Mi sono svegliato e... le tende del letto a baldacchino erano in fiamme...

    Scosse la testa, come se non sapesse altro.

    Non sono stato io... non erano nemmeno le mie tende.


    Lo sguardo si sollevò leggermente, posandosi sul volto gentile di Brianna, poi virò nuovamente in obliquo, come a voler evitare qualcosa. La ragazza poteva sentire che stesse dicendo la verità, ma poteva anche intuire che stesse celando qualcosa.

    Lo sguardo sfuggevole del primino si mosse nuovamente dopo che il vociare crescente della Sala Comune irruppe in quel corridoio del dormitorio. Immediatamente provò a guardare oltre il muro di studenti GUFO e MAGO che lo circondavano, come se fosse in cerca di qualcuno.

    Avete visto Brent?

    Okay, ora era piuttosto evidente che stesse nascondendo qualcosa. Perché tutta quella fretta nel cercare i suoi compagni stanza, e ora specificatamente per un tale Brent?
    Non ci voleva molto per fare 2+2, forse i più bravi in Aritmanzia ci sarebbero arrivati [capacità deduttive necessarie si abbassano: Saggezza ≥12].


    Il turno è libero! Chi ha già postato può farlo di nuovo.

    Raphael attenzione ai post!
    Leggete bene quanto scritto dai compagni e sopratutto dal master. L'ambientazione è stata esplicitata e Charlie si trova nel corridoio insieme a tutti voi. In quest più pericolose, errori di misinterpretazione della situazione potrebbero portare a malus.
    Attenzione inoltre alle indicazioni e prerequisiti dati in parentesi quadre "[...]". Se siete in dubbio su quanti PA avete, ricontrollate la vostra Scheda Pg.

    Avete altri 4 giorni per discutere su da farsi!
    Se al termine della scadenza (martedì 7) non sarà stata presa una decisione, l'avventura evolverà di conseguenza.
     
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    L'inferno era una condizione relativa e lei se lo stava costruendo da sola, estranea a qualsiasi sensazione di sollievo anche quando le fiamme cessarono. Le gote arrossate erano solo una delle tante spie che Manon fosse ancora completamente assorbita dall'angoscia, ché non le era bastato assicurarsi che Bellamy non facesse la fine di Giovanna D'Arco o compiacersi che il lavoro di squadra avesse funzionato, non era ancora finita e il suo battito accelerato sembrava suggerirle di dover rimanere all'erta.
    Mentre l'irlandese e il ragazzo berretto soccorrevano l'apparente vittima di quella discesa negli inferi, Manon, colta da una temporanea amnesia che le consentiva di superare le eventuali antipatie, affiancò ciascun componente della squadra di salvataggio per accertarsi delle sue condizioni.

    Klaus, tutto okay?

    Per una volta, con sua grande sorpresa, il nome del ragazzo era sfuggito dalle sue labbra senza richiamare a sé il solito tono sprezzante, che lo camuffava quasi fino a farlo sembrare una vera e propria ingiuria. Aveva posato entrambe le mani sulle sue braccia, inclinando la testa verso l'altro per incontrare i suoi occhi; più che per tenerezza, lo aveva fatto per saggiare che fosse tutto intero e in effetti, appurata l'assenza di ustioni o ferite, Manon lasciò andare la presa di scatto, come se la sua pelle fosse diventata incandescente. Non bastava condividere una situazione di pericolo per diventare affiatati, ma si rivelò sufficiente affinché il desiderio subdolo che, al posto di Bellamy, fosse lui quello con gli avambracci arrossati non riuscisse a sfiorarla.
    Lo congedò con un'occhiata, prima di sfuggirgli come se temesse che lui avesse intenzione di trattenerla, protraendo oltre quel sentimento ambivalente che ora provava nei suoi confronti. Da un lato avversione, dall'altro..gratitudine? Non era quello il momento di indagare sulla profondità delle percezioni umane, ché di esplorare nuovi fronti del suo rapporto con Klaus non le sarebbe importato granché in ogni caso.
    Raggiunse il gruppo che sostava sull'uscio della porta, tra cui spiccava un nome tutt'altro che indifferente. Cody era stato lì fin dall’inizio, ma lei parve accorgersene solo allora. Era come se la sua mente avesse scelto di cancellare la sua presenza, poiché Manon sapeva che, se avesse realmente realizzato che lui si trovasse in una condizione di pericolo, non sarebbe riuscita a pensare a nessun altro. E la potenza distruttiva del fuoco appariva ora così insignificante di fronte a quello che provava per lui.
    Per un secondo, per un solo secondo Manon si lasciò andare completamente, gettando le braccia al collo del ricciolino, senza proferire parola e senza curarsi degli spettatori di quella scena, perché era come se non esistessero più. Fu nient'altro che un attimo, ma, in quel momento, c'erano solo loro due.

    Ragazzi, state tutti bene? Qualcuno deve andare in infermeria?

    Si era rivolta al resto dei compagni come se nulla fosse accaduto, come se quell'abbraccio si fosse concretizzato solo nei suoi pensieri e non ci volle molto prima che la pesantezza della situazione piombasse nuovamente sulle sue spalle.
    Quando Bellamy e Berry giunsero nel corridoio con il ragazzino malcapitato, Manon intuì che i guai fossero appena cominciati. Il caos che animava la sala comune non era affatto un problema irrilevante, non ci sarebbe voluto molto prima che quegli schiamazzi richiamassero l'attenzione dei grandi e allora sarebbe stata la fine. Come spiegare ai professori un incendio nei dormitori? Come giustificarsi? Charlie doveva loro delle risposte, ma l'atteggiamento da animella spaventata le suggeriva che non sarebbe stata affatto una passeggiata fargli vuotare il sacco. Brianna aveva provato ad indorare la pillola con una dolcezza che a Manon non sarebbe mai appartenuta, ma evidentemente servivano dei metodi meno ortodossi.
    Per quanto l'idea di minacciarlo con la bacchetta solleticasse la sua fantasia, quel modus operandi avrebbe solo intensificato il suo insopportabile balbettio, che già le dava parecchio sui nervi. Per quanto tutti stessero giocando la carta della comprensione e dell'affabilità, Bellamy era conciato in quel modo a causa del marmocchio e di qualche altro imbecille e ciò riduceva l'empatia della francese ai minimi termini.
    Si avvicinò verso di lui, posando pacatamente una mano sulla sua spalla.

    Charlie, guarda Bellamy.

    Pausa. Sorrise, si doveva sorridere sempre.
    La sua voce si sforzava di apparire soave, carezzevole, così da soffocare la vena minacciosa che era celata in profondità.

    Guarda com'è ridotto. Lui si è gettato nelle fiamme per te, incurante del rischio che avrebbe corso, perché aveva in mente solo una cosa: proteggerti. Lo avrebbe fatto con chiunque della casata, perché lui è così, è tanto leale da mettere da parte se stesso per quelli a cui tiene.
    Tu sei al primo anno e forse ancora non lo hai capito, ma ..il fuoco è una famiglia. E' la famiglia lontano da casa, quella che ti aiuta quando finisci nei guai, che si mette nei guai insieme a te pur di non tradirti. Non importa chi tu sia, quanti amici abbia, a chi tu stia simpatico, gli altri ci saranno sempre per te. Però tu devi esserci per loro.
    Bellamy non ci ha pensato due volte. Perché continui a mentirci?


    Poi il ragazzino si lasciò sfuggire un nome, come se avesse abbassato la guardia per qualche secondo. Manon inarcò un sopracciglio, senza vederci chiaro.

    Brent? Che c'entra Brent?
    Charlie, noi ti abbiamo aiutato, ora tu devi aiutare noi a capire però. Non tradirci, non voltarci le spalle.


    Saggezza:10
    Capacità Magiche:20
    Manualità:10
    Riflessi:Agilità: 15 - Prontezza: 15
    Sensibilità:Intuito: 7 - Affinità: 04
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    Prestanza:12
    HP:50
     
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  13. Brianna Scott
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    Se si aspettava qualcosa di più consistente dalle parole di Charlie, Brianna non lo diede a vedere, o così sperò per lo meno. Annuì come a voler spingere il ragazzino a parlare, a dire cosa fosse realmente accaduto e soprattutto il perché si fosse arrivati a tanto. Credeva a tutte le sue parole: non aveva dubbi sul fatto che non fosse stato Charlie a dar fuoco al dormitorio, ma era lampante come le nascondesse qualcosa.
    Il modo in cui lo studente sfuggiva al suo sguardo era una chiara conferma a quanto lei stesse supponendo.

    Dunque è stato un tuo compagno di stanza.

    Strinse le labbra in una linea sottile, pensando a come ottenere qualche informazione in più, ma fu l'intervento di Manon a sottrarle tale compito. Con un'ultima occhiata al ragazzo, Brianna si rimise in piedi e con un sospiro che sapeva di resa comprese il perché la compagna fosse diventata Prefetto.
    Il Fuoco era una famiglia, ma la rossa non l'aveva mai realmente visto come tale.

    Non sta mentendo.

    Continuava a guardarlo negli occhi, alla ricerca di uno sguardo tramite il quale sapeva che sarebbe crollato. Era già a buon punto.
    Brianna aveva perso quella dolcezza iniziale, seppur manteneva una pazienza che difficilmente le apparteneva.

    Però, Charlie, Manon ha ragione.

    A quel punto era piuttosto chiaro cos'altro potesse fare per rendersi utile. Aveva tentato di tardare quel momento, aveva sperato che se ne occupasse qualcun altro o che Bellamy arrivasse da solo a curarsi con la pozione. Ma lo avrebbe davvero ignorato così a lungo dopo ciò che aveva fatto per salvare il ragazzino?
    Lasciò Charlie a Manon e si avviò verso il bagno.
    Lì trovò un qualche asciugamani e li bagnò con l'acqua del lavandino. In silenzio uscì dalla piccola stanza avviandosi in corridoio, fino a portarsi di fronte a Bellamy.
    Non disse nulla, non lo guardò neppure negli occhi, si limitò ad aprire uno degli asciugamani e a poggiarlo con estrema delicatezza sul braccio destro dell'altro, se questo non si fosse scostato.
    Evitò di tamponarlo, si preoccupò unicamente di assicurarsi che la pelle bruciata fosse coperta.

    Ho osservato da vicino Charlie. Lui sta bene.

    Lo informò con un tono calmo che mascherava il nervosismo del momento. Gli occhi ancora rivolti verso ciò che stava facendo.
    Passò al braccio sinistro e ripeté la procedura.
    Dirgli ciò che aveva detto era secondo lei essenziale: Bellamy non avrebbe pensato a se stesso se non si fosse assicurato che Charlie stesse bene. A quel ragazzino la pozione non serviva, a lui sì.

    Per una volta, Bell...

    Quelle parole fecero estrema fatica a fuoriuscire dalle sue labbra. Non voleva dire ciò che stava per dire, come non voleva provare ciò che stava provando. Eppure delle volte certe cose non dovevano avere alcuna importanza.

    Per una volta metti te stesso prima degli altri.

    A quel punto fu piuttosto certa di aver pigiato con troppa convinzione sulla pelle scottata della gamba e abbandonò la presa, rimettendosi in piedi. Lo guardò solo in quell'occasione, un'unica occhiata.

    E prendi quella pozione.

    Si voltò verso gli altri e rimase in silenzio per un momento, rendendosi conto solo allora delle voci concitate che provenivano dalla Sala Comune. Di certo si domandavano cosa fosse successo e molti non avrebbero avuto il coraggio di tornare nei dormitori. Cosa avrebbero raccontato agli insegnanti?
    Lo sguardo di Brianna cercò nuovamente Charlie: quel ragazzo aveva paura di dire la verità, ma per quale motivo? Per un momento la rossa si chiese se non convenisse inventare una storia che giustificasse quanto accaduto senza far ricadere la colpa su qualcuno in particolare. Almeno fino a quando non avessero compreso la verità.

    Dovremmo accordarci su cosa dire.

    Disse a voce abbastanza alta affinché tutti potessero sentire. Poi sarebbe rimasta in silenzio, in attesa che qualcuno si facesse avanti per fare da portavoce.

    Saggezza:12
    Capacità Magiche:23
    Manualità:10
    Riflessi:Agilità: 08 - Prontezza: 20
    Sensibilità:Intuito: 8 - Affinità: 8
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    Sembrava che tutti quanti stessero piuttosto bene e che nessuno avesse bisogno di particolari cure…a parte lui. Avrebbe voluto sentirsi sollevato, ma i brividi di freddo che gli scuotevano il corpo in quel momento, uniti al calore che la sua pelle ustionata emanava, non gli permettevano di rilassarsi. Era sudato e allo stesso tempo aveva freddo, in più non riusciva ancora a respirare benissimo per colpa del fumo che gli era arrivato direttamente nei polmoni. Ogni tanto si lasciava scappare un colpo di tosse, mentre se ne stava ancora con la schiena poggiata al muro nel tentativo di riprendersi. Teneva le mani poggiate sulle ginocchia per lo sforzo fatto, anche se probabilmente non era quello il modo migliore per ritrovare l’ossigeno che sentiva mancargli.
    Ma non si sentiva di certo un eroe, né voleva fare pietà ai compagni. Semplicemente sentiva di aver fatto il suo lavoro da Prefetto e da amico, niente di più di ciò che tutti loro avrebbero allo stesso modo fatto per lui.
    Il ragazzo alzò lo sguardo, che fino a quel momento aveva tenuto sul pavimento, in direzione di Manon nel momento in cui la sentì pronunciare il suo nome. Mentre respirava con la bocca aperta ascoltava le sue parole, delle parole che riuscirono a scaldargli il cuore molto di più di quanto le fiamme avevano fatto con la sua pelle. Per fortuna i suoi occhi erano già lucidi a causa del fumo e del fuoco, perché altrimenti si sarebbe ritrovato a commuoversi nel sentire il discorso che la ragazza stava facendo a Charlie. Non aveva mai messo in dubbio le sue capacità come Prefetta, né tanto meno come amica. Le voleva un bene dell’anima e avrebbe tanto voluto abbracciarla in quel momento, ma qualcun altro entrò nel suo campo visivo, impedendogli di spostarsi dalla sua posizione.
    Proprio l’ultima persona che pensava sarebbe andata in suo soccorso si stava occupando di lui e delle sue ustioni. Si ritrovò istintivamente a guardare il volto di Brianna, anche se lei era invece impegnata a guardare quello che faceva. Le lasciò poggiare gli asciugamani sulle sue braccia, senza riuscire a dire nulla in quel momento. Riusciva soltanto a tossicchiare e ad ascoltare le sue parole.

    Grazie Bri.

    Riuscì a dirle soltanto quello in un primo momento, mentre sentiva già gli asciugamani fare effetto e dargli un po’ di sollievo, anche se i brividi non accennavano ancora a diminuire.

    Davvero.

    Era sincere, e lei che lo conosceva bene avrebbe potuto capirlo tranquillamente guardandolo negli occhi che quello sguardo era davvero colmo di gratitudine. Avrebbe voluto abbracciare anche lei in quel preciso istante, nonostante le braccia e la gamba dolorante, ma la vide allontanarsi ancora prima di poter agire. A quel punto non gli restava altro da fare che cercare di far rallentare il suo battito cardiaco e bere la pozione, come gli aveva detto Brianna.
    Al solito, però, prima voleva fare un’altra cosa, ovvero dire la sua riguardo tutto quello che stava accadendo. Prima gli altri e poi lui, su questo non sembrava voler cambiare idea. Si staccò allora dal muro per raggiungere il gruppetto. Non voleva parlare con Charlie, Brianna e Manon avevano già detto abbastanza al ragazzino, se non si fosse deciso a parlare nemmeno dopo le loro parole non restava altro da fare che minacciarlo seriamente. Ma fu sull’altra questione che decise di concentrarsi. Si spostò quindi vicino a Manon e alzò il braccio, non senza fatica, per poggiare una mano sulla sua spalla sinistra. Oltre ad accertarsi del fatto che stesse bene, gli serviva un sostegno e non soltanto fisico. Sì, voleva abbracciarla, forse l’avrebbe fatto di lì a breve.

    Dobbiamo prima sapere come è andata per capire se-coff coff.

    Gli veniva ancora da tossire ogni tanto, ma non poteva stare zitto.

    Dicevo, per capire se è il caso di dire la verità o meno. Ma penso che dovremo farlo comunque. Una cosa del genere è troppo grande da nascondere o da altera-coff coff-re.
    Rischiamo solo di peggiorare la situazione, se dovessero scoprirci.


    Lui era il primo ad infrangere le regole e a raccontare bugie laddove ce n’era bisogno, l’aveva già fatto più di una volta mettendosi nei guai e rischiando di metterci altre persone insieme a lui, ma quella volta non gli sembrava il caso. O almeno questo era quello che credeva, poi dipendeva da molti fattori.

    Dipende sempre da cos’è successo, però.

    Osservò per un attimo Manon, poi passò in rassegna gli sguardi di tutti i suoi compagni, soffermandosi alla fine su Charlie. Il piccoletto doveva parlare e doveva farlo presto, a giudicare dal vocio proveniente dalla Sala Comune, che si faceva sempre più intenso.
    Alla fine del discorso sospirò, ma anche quello gli costò fatica. Si ricordò solo a quel punto di dover bere la pozione che aveva in tasca. Infilò la mancina nella tasca dei pantaloni e prese la fialetta, che per fortuna era ancora intatta. La stappò e ne bevve il contenuto, qualsiasi fosse il suo sapore. Odiava le pozioni e odiava qualsiasi cosa riguardasse le pozioni, ma ne riconosceva l’utilità in momenti come quello.

    Ho usato la pozione, che da inventario ha questo questo effetto:
    ➤ Pozione Termos Cura - Occhiopallato: la si potrebbe definire una pozione salva-vita. In un caso limite, dove la vita di un soggetto è in serio pericolo a causa di un'infezione o di una ferita grave, questa combinazione di pozioni potrebbe concedergli altro tempo prima dell'arrivo di un rimedio più rapido ed efficace. Manterrà la temperatura corporea stabile per un determinato lasso di tempo e impedirà alla mente di annebbiarsi, lasciandola vigile e attenta. Ha una durata ON di 3 post e conferisce un incremento di 7 HP, ma allo scadere dei post gli stessi inizieranno a precipitare come se la pozione non fosse mai stata assunta.

    Non è proprio una situazione di vita o di morte, ma gli effetti di cui ho bisogno sono quelli LOL

    Saggezza: 20
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    Riflessi: Agilità: 26 - Prontezza: 20
    Sensibilità: Intuito: 13 - Affinità: 18
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    La fusione di acqua e gelo crearono in quegli ambienti un freddo tale da ristorare i presenti dalla pesante calura di poco prima. Aveva il corpo sudato e quell'improvviso calo di temperatura gli procurò qualche brivido, l'adrenalina in corpo però lo aiutava a resistervi.
    Brody aveva il cuore pesante perché in quel tentativo di soccorso, Manon aveva preso l'avventata idea di gettarsi anch'essa fra le fiamme. E se le fosse successo qualcosa di pericoloso? Quel pensiero tormentava l'animo ingenuo dello studente del Fuoco che si sarebbe maledetto in eterno se per colpa della sua poca intraprendenza, la sua diva avesse riportato dei danni permanenti. Ma alla fine era lì, avvolta nella sua conturbante bellezza, al centro della stanza come una fenice appena risorta dalle ceneri. Bellamy invece non sembrava essere messo molto bene, ma in fondo se l'era andata a cercare. Ciò nonostante, lo vide fiondarsi verso la finestra e insieme a Berry, tirare su un ragazzino appeso fuori dal davanzale, nel tentativo disperato di trovare una via per la salvezza da quell'inferno.
    Brody si allontanò di qualche passo dalla porta della stanza, permettendo così agli altri di uscire. Prese l'asciugamano leggermente inumidito e se lo passò sul volto per darsi una pulita. Puzzava incredibilmente di fumo, una doccia sarebbe stata fondamentale. Il respiro era però ancora fastidioso perché sentiva la gola fortemente irritata dal fumo che aveva per forza di cose inalato e qualche colpo di tosse lo avrebbe colto per almeno qualche ora. Ovviamente di lì a poco iniziarono le domande al bambino per capire che cosa fosse capitato e persino Brody riusciva a capire che le parole balbettate erano sincere, mentire dopo uno shock del genere era praticamente impossibile.
    Vedere però Manon saltare al collo di Cody, suo compagno di stanza, fu la peggior cosa a cui potesse assistere in quella giornata iniziata proprio nel migliore dei modi. Distolse lo sguardo, quasi gli desse fastidio, oppure perché Brody era invidioso e voleva quelle attenzioni per sé?
    Avvilito, Brody si diresse verso l'altro suo compagno di casa, Raphael, che nel mentre si era rannicchiato addosso a un muro, visibilmente stremato.

    Come stai, Raph?

    Non era amici del cuore, ma non avrebbe di certo negato la sua presenza e il sollievo che una parola di conforto potesse offrire.
    Nel frattempo, ascoltò il discorso motivazionale di Manon, perfettamente adatto alla carica istituzionale che ricopriva.

    Qualcuno deve comunque andare di là e parlare a quelli che ancora non sono scappati a chiamare tutta la scuola.

    Brody non pensava che i suoi compagni di casa che si erano radunati in sala comune fossero rimasti belli e buoni come delle pecore. Sicuramente e giustamente erano andati a chiamare qualcuno, il professor Rosenbaum in primi oppure il custode. Sarebbe stato quindi il caso che qualcuno andasse per lo meno a rassicurarli che nessuno si era fatto troppo male.
    La pancia che fino a quel momento era rimasta silente, ora che aveva riacquisito la calma iniziò a farsi sentire, Brody doveva mangiare quasi subito dopo essersi svegliato e quella situazione lo stava tenendo troppo lontano dalla Sala Grande per i suoi gusti. Prendere e andarsene via, però, gli avrebbe fatto fare sicuramente una brutta figura di fronte a tutti, avrebbe resistito il più che poteva fino a quando i rumori non sarebbero diventati troppo imbarazzanti.
     
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